Una legge elettorale indegna impedisce ai cittadini di eleggere direttamente i propri rappresentanti in parlamento.
Il metodo delle primarie è un tratto costitutivo del PD.
Attraverso il diretto pronunciamento dei suoi elettori, il PD ha scelto il segretario nazionale, le proprie assemblee costituenti, fino ai coordinatori e agli organismi dirigenti dei più piccoli comuni, dei quartieri.
Lanciamo un appello ai componenti dell’Assemblea regionale del PD affinché approvino lo svolgimento delle primarie per le candidature alle elezioni politiche del 13 e 14 aprile.
VENERDI’ 15 FEBBRAIO ORE 20.30
SALONE ATC CORSO DANTE 14 – TORINO
ASSEMBLEA PUBBLICA PER CHIEDERE LE PRIMARIE PER I CANDIDATI AL PARLAMENTO
Nessun relatore né interventi predefiniti,
ma un microfono e cinque minuti a disposizione di chiunque intenda esprimere il
suo sostegno alla richiesta di consultazioni primarie degli elettori per la scelta
dei candidati del PD alle elezioni politiche del 13 e 14 aprile.
A sinistra per…
Potrei incominciare dicendo per un nuovo assetto politico istituzionale che passa attraverso la riforma della legge elettorale, oppure per regole più democratiche che disciplinano la vita interna del nostro nuovo partito, visto che sono stati i due temi ricorrenti degli interventi di venerdì. Ma la serata di venerdì scorso è stata anche un’occasione per riflettere su questa campagna elettorale e sull’importanza che avrà la capacità dei candidati in lista di coinvolgere e mobilitare attorno al progetto del partito democratico un gran numero di persone. L’effetto Veltroni è importante, ma non sarà sufficiente a sfondare ampiamente quota 40%. Come è stato detto servirà molto fare politica, per strada, ai mercati, tra la gente, insomma alla buona vecchia maniera di sinistra. Se la selezione degli aspiranti parlamentari avvenisse attraverso lo strumento delle primarie, sarebbe una carta spendibile di differenza rispetto all’organizzazione di tutti gli altri partiti, un merito di trasparenza, ma certo non sufficiente ad orientare il voto di migliaia di persone. L’area politico culturale a sinistra per fa benissimo a battersi per questo metodo di selezione della classe dirigente a qualsiasi livello, ma se non si potrà ottenere questa grande apertura, anche a causa dei brevi tempi per la presentazione delle liste(9-10 marzo), le richieste di questo movimento dovranno partire comunque dal risultato del 14 ottobre scorso. Inoltre la scelta di organizzare un incontro come quello di venerdì, senza veri e propri relatori né interventi predefiniti, è una strada da continuare a percorrere perché avvicina tutte quelle persone che non sono abituate ad una vita di partito vera e propria. Avvicina, ugualizza, stimola la cittadinanza attiva,in una parola è democratica. Anche questi sono i segnali di cambiamento che le persone cercano. Sono queste le novità che ci faranno risalire la china e rimontare uno svantaggio che secondo me sta più nei sondaggi che nel Paese. Ce la possiamo fare.
A sinistra per…
Potrei incominciare dicendo per un nuovo assetto politico istituzionale che passa attraverso la riforma della legge elettorale, oppure per regole più democratiche che disciplinano la vita interna del nostro nuovo partito, visto che sono stati i due temi ricorrenti degli interventi di venerdì. Ma la serata di venerdì scorso è stata anche un’occasione per riflettere su questa campagna elettorale e sull’importanza che avrà la capacità dei candidati in lista di coinvolgere e mobilitare attorno al progetto del partito democratico un gran numero di persone. L’effetto Veltroni è importante, ma non sarà sufficiente a sfondare ampiamente quota 40%. Come è stato detto servirà molto fare politica, per strada, ai mercati, tra la gente, insomma alla buona vecchia maniera di sinistra. Se la selezione degli aspiranti parlamentari avvenisse attraverso lo strumento delle primarie, sarebbe una carta spendibile di differenza rispetto all’organizzazione di tutti gli altri partiti, un merito di trasparenza, ma certo non sufficiente ad orientare il voto di migliaia di persone. L’area politico culturale a sinistra per fa benissimo a battersi per questo metodo di selezione della classe dirigente a qualsiasi livello, ma se non si potrà ottenere questa grande apertura, anche a causa dei brevi tempi per la presentazione delle liste(9-10 marzo), le richieste di questo movimento dovranno partire comunque dal risultato del 14 ottobre scorso. Inoltre la scelta di organizzare un incontro come quello di venerdì, senza veri e propri relatori né interventi predefiniti, è una strada da continuare a percorrere perché avvicina tutte quelle persone che non sono abituate ad una vita di partito vera e propria. Avvicina, ugualizza, stimola la cittadinanza attiva,in una parola è democratica. Anche questi sono i segnali di cambiamento che le persone cercano. Sono queste le novità che ci faranno risalire la china e rimontare uno svantaggio che secondo me sta più nei sondaggi che nel Paese. Ce la possiamo fare.
Primarie per i candidati al Parlamento: si può fare!, leggilo sul mio blog: http://t.co/mhkrZVpd8K