E’ di ieri la notizia di nuove condanne per i famosi furbetti del buono scuola che ricevevano, senza averne diritto, migliaia di euro dalla Regione per mandare i figli nelle scuole private.
Le condanne e i rinvii a giudizio dimostrano ancora una volta l’iniquità della vecchia legge sul diritto allo studio di cui ancora oggi subiamo gli effetti perversi.
E’ la conferma della bontà delle mie denunce degli anni passati, una battaglia ideale in cui ho sempre creduto e che continuerò a portare avanti.
Ritengo infatti che tali provvedimenti rappresentino un grande lavoro a difesa delle risorse pubbliche che troppo spesso sono state assegnate a chi non ne aveva diritto.