Il Partito Democratico piemontese sta muovendo a fatica i suoi primi passi. Sabato 24 novembre eleggeremo i coordinatori provinciali che dovranno gestire questa fase transitoria fino alla scrittura dello Statuto del partito e alla definizione di tutti gli organismi territoriali.
L’assemblea che eleggerà il coordinatore cittadino di Torino si riunirà alle 9.30 al dopolavoro ferroviario di via Sacchi, quella che eleggerà il coordinatore del resto della provincia si riunirà sempre alle 9.30 al teatro di corso Matteotti 1 a Moncalieri.
Nel frattempo l’iniziativa politica non si ferma.
Venerdì 23 novembre alle 17.30 presso l’educatorio della Provvidenza in corso Trento 13 a Torino si terrà l’incontro dal titolo “Partito Democratico: è il tempo della politica. Finanziaria, legge elettorale, governo del Paese”.
Paolo Griseri, giornalista di Repubblica intervista:
Nicola Latorre, Vicepresidente gruppo Ulivo al Senato
Massimo Brutti, Senatore de L’Ulivo
Introduce:
Silvana Accossato, Sindaco di Collegno
Parteciperà all’incontro il neoeletto segretario del Partito Democratico piemontese, Gianfranco Morgando
Veltroni ha iniziato la campagna elettorale del Partito Democratico da Spello con il “Discorso per l’Italia”. Sono stati giorni convulsi per la politica italiana, è successo veramente di tutto dopo le primarie. Senza fare un rapido riepilogo degli avvenimenti nazionali e internazionali che hanno scandito questi ultimi mesi, perchè inevitabilmente ne lascerei fuori qualcuno pur degno di nota, voglio riflettere con voi sulla scelta del nostro segretario di evidenziare chiaramente e senza equivoci sulla scheda elettorale il programma del Partito Democratico, la sua identità e la sua vocazione. Appare evidente che sarà un partito trasversale, interclassista e intergenerazionale; che si rivolgerà a tutte le forze sane e migliori del Paese, cercando di superare le antiche contrapposizioni ideologiche del secolo scorso. Il Partito Democratico per bocca di Veltroni fisserà un’agenda di governo condivisa da sindacati e grillini, Confindustria e Pmi, associazioni di consumatori ed esercenti, semplici cittadini impegnati per la legalità e grandi banche,giovani precari e pensionati. Yes, we can. Si, si può fare. Come? Beh basterebbe soffermarsi a guardare con attenzione i 2 anni e mezzo di governo Prodi. Nonostante i strettissimi margini di azione abbiamo avuto liberalizzazioni, protocollo sul welfare, taglio del cuneo fiscale, riduzione dell’ires e dell’irap, lotta serrata all’evasione, riduzione del debito e del deficit oltre ogni aspettativa e, dulcis in fundo, il pil è tornato a crescere. Peccato che sia caduto nell’anno della redistribuzione,degli aumenti salariali e della politica dei redditi. Certo ci sarebbero tanti altri motivi per non farci sorridere. La questione operaia e degli incidenti sul lavoro, la questione spazzatura e più in generale paesaggistico-ambientale, la questione meridionale e settendrionale, la questione energetica e dei trasporti, la questione scolastica e universitaria,la questione immigrazione e della sicurezza, la questione fiscale e delle riforme istituzionali. Ma è proprio qui il punto. Preso atto che l’immobilismo del Paese è da rintraccire nei veti incrociati, il PD ha fatto la scelta coraggiosa di liberarsi dai ceppi che lo tenevano incatenato in fondo alla caverna e di iniziare la scalata verso la luce. E’ QUESTA LA VERA NOVITA’. No ad accordi elettorali, no a listoni guazzabuglio, no a contenitori elettorali vuoti di idee e pieni di segretari di partito, ma un partito che presenta un programma lungimirante e di ampio respiro incentrato sugli interessi vitali del Paese.Se riusciremo a trasmettere ai nostri vicini che il PD ha risposte nuove,forti e autorevoli da dare ai nostri problemi, il popolo delle primarie da 3000000 potrebbe passare a 150000000.Già perchè questo è il traguardo di chi è” costretto a corre da solo”, per riprendere l’immagine che ci suggerisce Paolo Mieli. Tradotto significa che ogni singola persona che si è recata volontariamente a sottoscrivere con un’offerta simbolica questo grande progetto per l’Italia, dovrebbe coinvolgere almeno altre 5 persone in questo grande sogno condiviso. O più semplicemente 5000000 di nuovi elettori, sulla base dei dati della Camera alle ultime elezioni, il che vuol dire meno di 2 persone nuove ciascuno.
Veltroni ha iniziato la campagna elettorale del Partito Democratico da Spello con il “Discorso per l’Italia”. Sono stati giorni convulsi per la politica italiana, è successo veramente di tutto dopo le primarie. Senza fare un rapido riepilogo degli avvenimenti nazionali e internazionali che hanno scandito questi ultimi mesi, perchè inevitabilmente ne lascerei fuori qualcuno pur degno di nota, voglio riflettere con voi sulla scelta del nostro segretario di evidenziare chiaramente e senza equivoci sulla scheda elettorale il programma del Partito Democratico, la sua identità e la sua vocazione. Appare evidente che sarà un partito trasversale, interclassista e intergenerazionale; che si rivolgerà a tutte le forze sane e migliori del Paese, cercando di superare le antiche contrapposizioni ideologiche del secolo scorso. Il Partito Democratico per bocca di Veltroni fisserà un’agenda di governo condivisa da sindacati e grillini, Confindustria e Pmi, associazioni di consumatori ed esercenti, semplici cittadini impegnati per la legalità e grandi banche,giovani precari e pensionati. Yes, we can. Si, si può fare. Come? Beh basterebbe soffermarsi a guardare con attenzione i 2 anni e mezzo di governo Prodi. Nonostante i strettissimi margini di azione abbiamo avuto liberalizzazioni, protocollo sul welfare, taglio del cuneo fiscale, riduzione dell’ires e dell’irap, lotta serrata all’evasione, riduzione del debito e del deficit oltre ogni aspettativa e, dulcis in fundo, il pil è tornato a crescere. Peccato che sia caduto nell’anno della redistribuzione,degli aumenti salariali e della politica dei redditi. Certo ci sarebbero tanti altri motivi per non farci sorridere. La questione operaia e degli incidenti sul lavoro, la questione spazzatura e più in generale paesaggistico-ambientale, la questione meridionale e settendrionale, la questione energetica e dei trasporti, la questione scolastica e universitaria,la questione immigrazione e della sicurezza, la questione fiscale e delle riforme istituzionali. Ma è proprio qui il punto. Preso atto che l’immobilismo del Paese è da rintraccire nei veti incrociati, il PD ha fatto la scelta coraggiosa di liberarsi dai ceppi che lo tenevano incatenato in fondo alla caverna e di iniziare la scalata verso la luce. E’ QUESTA LA VERA NOVITA’. No ad accordi elettorali, no a listoni guazzabuglio, no a contenitori elettorali vuoti di idee e pieni di segretari di partito, ma un partito che presenta un programma lungimirante e di ampio respiro incentrato sugli interessi vitali del Paese.Se riusciremo a trasmettere ai nostri vicini che il PD ha risposte nuove,forti e autorevoli da dare ai nostri problemi, il popolo delle primarie da 3000000 potrebbe passare a 150000000.Già perchè questo è il traguardo di chi è” costretto a corre da solo”, per riprendere l’immagine che ci suggerisce Paolo Mieli. Tradotto significa che ogni singola persona che si è recata volontariamente a sottoscrivere con un’offerta simbolica questo grande progetto per l’Italia, dovrebbe coinvolgere almeno altre 5 persone in questo grande sogno condiviso. O più semplicemente 5000000 di nuovi elettori, sulla base dei dati della Camera alle ultime elezioni, il che vuol dire meno di 2 persone nuove ciascuno.
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