Ieri la coordinatrice del Popolo delle Libertà Barbara Bonino si è distinta per una denuncia senza fondamento.
Ho provato a spiegarle come stanno le cose, come riporto qui sotto. Magari potrà servirle in futuro.
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Leggo con sorpresa le dichiarazioni del Coordinatore provinciale PDL Barbara Bonino circa le attività del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte in occasione del Giorno del Ricordo, un terreno da lei forse poco conosciuto.
Ritengo indispensabile precisare quanto segue.
Il Comitato si è sempre distinto per l’attenzione e l’imparzialità riservate alla tragedia delle Foibe, come dimostra l’attività degli ultimi anni.
I viaggi studio, riservati agli studenti delle scuole secondarie del Piemonte, hanno visto come meta le zone del confine orientale e del Carso fin dal 2002, ovvero due anni prima dell’istituzione per legge del Giorno del Ricordo.
Diverse centinaia di studenti hanno visitato in particolare la foiba di Basoviza e hanno potuto apprendere dalla viva voce dei testimoni e degli storici locali i contorni della drammatica vicenda legata a quel periodo storico.
Tali viaggi si sono ripetuti negli anni successivi (2003, 2006, 2008). Le Foibe saranno anche la meta del viaggio di quest’anno già programmato per il mese di marzo.
La costante attenzione alla vicenda delle Foibe è anche dimostrata dalla scelta di uno dei temi del Progetto di Storia Contemporanea 2009/2010 che coinvolge migliaia di studenti piemontesi in un percorso di studio e approfondimento delle tragedie che hanno caratterizzato il secolo passato. In particolare, quest’anno il tema n.1 tratta di “Istriani, fiumani, dalmati in Piemonte”. La traccia del tema è corredata, come di consueto, da una ricca bibliografia elaborata da esperti e storici a cui gli studenti possono attingere per un più puntuale approfondimento dell’argomento proposto.
Infine, è doveroso replicare all’improvvida affermazione della signora Bonino circa il “regalo” dei libri alle scuole superiori del Piemonte “a spese della Regione”.
Innanzitutto giova ricordare che dal 2006 ad oggi è consuetudine del Comitato inviare uno o più testi in occasione del Giorno del Ricordo a tutte le scuole secondarie superiori della Regione. I testi, scelti da un apposito comitato scientifico, hanno negli anni offerto la possibilità a docenti e a migliaia di studenti di indagare la tragedia delle foibe alla luce di una pluralità di interpretazioni e punti di vista diversi.
Con tale attività il Comitato ha inteso contribuire ad arricchire culturalmente il patrimonio bibliografico e didattico delle nostre scuole, destinatarie privilegiate di quasi tutte le attività poste in essere.
Il Comitato, peraltro, nella sua unanimità ha da sempre deciso di investire risorse importanti nei confronti dell’attività didattica delle nostre scuole. Credo che da parte di un’istituzione tutte le risorse spese a favore della scuola non costituiscano di certo “un regalo che possa adombrare sospetti”. Ritengo quindi che un contributo alla crescita culturale e formativa degli studenti non possa essere considerata come tale.
Nel merito, lasciando agli studiosi l’ultima parola, mi permetto di far rilevare che il libro “Foibe, una storia italiana” (edito dalla prestigiosa casa editrice Einaudi) chiamato in causa dalla signora Bonino, è opera non soltanto del citato Joze Pirjevec, ma di una pluralità di autori diversi dall’alto profilo scientifico (G. Bajc – Università di Capodistria, D. Dukovski – Università di Pola e Fiume, G. Franzinetti – Università del Piemonte Orientale).
Il Libro inviato è l’ultimo di una serie di volumi inviati in questi anni, a formare idealmente una collana plurale di voci e studi sul tema delle Foibe
Ancora una volta, il politico di turno cerca di utilizzare strumentalmente la storia e alcune pagine tragiche a fini di parte e in questo caso, ancora più grave, a fini elettorali.
Se non avessi grande rispetto del tema in questione, verrebbe facile indicare alla signora Bonino a chi appartiene la prestigiosa casa editrice che ha pubblicato il libro in oggetto.
Sono un istriano dell’esodo, papà di Parenzo e madre di Capodistria,si legga il Libro CAPODISTRIA ADDIO da me curato e capirà cosa sia successo nella nostra povera terra d’Istria e si vergogni come italiano di avvalorare le tesi giustificazioniste e negazioniste degli scrittori slavi. si legga almeno il libro di uno storico slavo come Bogdan Novak che é persona seria, e magari INFOIBATI di Guidi Rumici e scoprirà che gli slavi eliminavano i partigiani italiani che non volevano diventare Jugoslavi. Frausin, Vivoda, Budicin ecc. e si vergogni di infierire ancora sui profughi tarrocando la verità,almeno legga prima di pontificare.
Sono un istriano dell’esodo, papà di Parenzo e madre di Capodistria,si legga il Libro CAPODISTRIA ADDIO da me curato e capirà cosa sia successo nella nostra povera terra d’Istria e si vergogni come italiano di avvalorare le tesi giustificazioniste e negazioniste degli scrittori slavi. si legga almeno il libro di uno storico slavo come Bogdan Novak che é persona seria, e magari INFOIBATI di Guidi Rumici e scoprirà che gli slavi eliminavano i partigiani italiani che non volevano diventare Jugoslavi. Frausin, Vivoda, Budicin ecc. e si vergogni di infierire ancora sui profughi tarrocando la verità,almeno legga prima di pontificare.
Perchè invece di dare versioni di comodo sul libro del Pirjevez, giustificazioniste ed immorali non organizza un dibattito con i testimoni di quella tragedia invitando qualche monfalconese finito a OGI OTOCK, l’Isola calva di triste memoria,e magari Graziano Udovisi, unico sopravvissuto dalle foibe vivente, e la sorella della Cossetto, stuprata da 17 partigiani slavi. Può invitare anche Spadaro di TS che pur essendo un compagno sa cosa accadde alla nostra gente e lo fa raccontare ai ragazzi dei licei. VERGOGNA !
Perchè invece di dare versioni di comodo sul libro del Pirjevez, giustificazioniste ed immorali non organizza un dibattito con i testimoni di quella tragedia invitando qualche monfalconese finito a OGI OTOCK, l’Isola calva di triste memoria,e magari Graziano Udovisi, unico sopravvissuto dalle foibe vivente, e la sorella della Cossetto, stuprata da 17 partigiani slavi. Può invitare anche Spadaro di TS che pur essendo un compagno sa cosa accadde alla nostra gente e lo fa raccontare ai ragazzi dei licei. VERGOGNA !
Incredibile che il VicePresidente di un Consiglio Regionale (e non di una bocciofila) prenda siffatte posizioni . Lo sa che dovrebbe dimettersi a fronte di una così grave violazione e di legge e morale ?
Incredibile che il VicePresidente di un Consiglio Regionale (e non di una bocciofila) prenda siffatte posizioni . Lo sa che dovrebbe dimettersi a fronte di una così grave violazione e di legge e morale ?
Alla faccia della formazione studentesca ! Avendo letto il libro in questione posso dire serenamente che sarebbe come regalare un libro di Hess o di Mengele in occasione del Giorno della Memoria. Secondo lei la comunità ebraica si risentirebbe?
Alla faccia della formazione studentesca ! Avendo letto il libro in questione posso dire serenamente che sarebbe come regalare un libro di Hess o di Mengele in occasione del Giorno della Memoria. Secondo lei la comunità ebraica si risentirebbe?
”Il Giorno del Ricordo istituito per custodire e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, per ricordare l’esodo dalle loro terre di istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e la difficile storia del confine orientale, e’ stato un giusto e tardivo riconoscimento delle istituzioni repubblicane per le vittime di un crimine contro l’umanita”’. Con queste parole Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, commemora la tragedia delle foibe e dell’esodo nel giorno del ricordo.
”La memoria deve sempre vincere sull’oblio ed e’ questo – prosegue Bersani – il senso piu’ profondo di questa giornata. Solo ragionando ed elaborando cio’ che e’ stato possiamo costruire una memoria che abbia rispetto per ogni singola vicenda umana. Desidero percio’ esprimere vicinanza e solidarieta’ a tutti coloro che hanno vissuto personalmente o nel ricordo dei loro cari quelle tragiche vicende”.
”Chi ha una responsabilita’ pubblica ha pero’ un dovere in piu’ che e’ quello di costruire le condizioni affinche’ gli orrori che abbiamo conosciuto nel ‘900 non abbiano piu’ a ripetersi; chi ha una responsabilita’ politica non deve mai dimenticare che l’odio e il disprezzo per chi e’ altro da se’ puo’ condurci ad una via senza ritorno”.
”Ma proprio da quelle terre, dalle ferite che nazionalismi e totalitarismi hanno procurato a tanti esseri umani, puo’ venire la speranza e la consapevolezza di poter convivere tra persone e culture diverse. Giorno del Ricordo, quindi, – conclude Bersani – come momento di riflessione e di ponte verso un futuro di pace, fratellanza e riconciliazione fra i popoli”.
”Il Giorno del Ricordo istituito per custodire e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, per ricordare l’esodo dalle loro terre di istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e la difficile storia del confine orientale, e’ stato un giusto e tardivo riconoscimento delle istituzioni repubblicane per le vittime di un crimine contro l’umanita”’. Con queste parole Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, commemora la tragedia delle foibe e dell’esodo nel giorno del ricordo.
”La memoria deve sempre vincere sull’oblio ed e’ questo – prosegue Bersani – il senso piu’ profondo di questa giornata. Solo ragionando ed elaborando cio’ che e’ stato possiamo costruire una memoria che abbia rispetto per ogni singola vicenda umana. Desidero percio’ esprimere vicinanza e solidarieta’ a tutti coloro che hanno vissuto personalmente o nel ricordo dei loro cari quelle tragiche vicende”.
”Chi ha una responsabilita’ pubblica ha pero’ un dovere in piu’ che e’ quello di costruire le condizioni affinche’ gli orrori che abbiamo conosciuto nel ‘900 non abbiano piu’ a ripetersi; chi ha una responsabilita’ politica non deve mai dimenticare che l’odio e il disprezzo per chi e’ altro da se’ puo’ condurci ad una via senza ritorno”.
”Ma proprio da quelle terre, dalle ferite che nazionalismi e totalitarismi hanno procurato a tanti esseri umani, puo’ venire la speranza e la consapevolezza di poter convivere tra persone e culture diverse. Giorno del Ricordo, quindi, – conclude Bersani – come momento di riflessione e di ponte verso un futuro di pace, fratellanza e riconciliazione fra i popoli”.
Interessante come scelta , magari il prossimo 27 Gennaio potreste distribuire il Mein Kampf.
Interessante come scelta , magari il prossimo 27 Gennaio potreste distribuire il Mein Kampf.
Interessante la sua posizione , purtroppo smentita anche dai giornali cittadini che hanno pubblicato il comunicato delle Associazioni degli Esuli , che parrebbe siano un po incavolati con le scelte del comitato che lei presiede. Ma poi , che c’entra il comitato per la resistenza con l’istria?
Interessante la sua posizione , purtroppo smentita anche dai giornali cittadini che hanno pubblicato il comunicato delle Associazioni degli Esuli , che parrebbe siano un po incavolati con le scelte del comitato che lei presiede. Ma poi , che c’entra il comitato per la resistenza con l’istria?
Comunicato stampa inviato oggi
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Roberto Placido, Vicepresidente di maggioranza del Consiglio regionale del Piemonte, delegato al Comitato per l’affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana, ha incontrato oggi i rappresentanti dell’ANVGD (Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia).
L’incontro ha avuto per oggetto le iniziative per la salvaguardia della memoria storica della tragica vicenda delle foibe e dell’esodo delle popolazioni istriane, giuliane e dalmate alla fine della Seconda guerra mondiale.
Il Vicepresidente ha anzitutto ribadito l’impegno del Comitato Resistenza e Costituzione, testimoniato dalle molteplici iniziative assunte negli ultimi anni sia in occasione del Giorno del Ricordo sia attraverso il progetto – concorso di storia contemporanea ed i viaggi studio per gli studenti piemontesi, nel promuovere con equilibrio e rigore lo studio, la conoscenza e la riflessione su questa pagina drammatica della storia italiana.
In merito alla scelta, operata dal Comitato, di inviare, in occasione del Giorno del Ricordo 2010, alle scuole superiori del Piemonte copia del volume “Foibe, una storia d’Italia” di Joze Pirjevec , il Vicepresidente ha concordato sul giudizio negativo espresso dall’Associazione, riconoscendo trattarsi di un testo problematico, e comunque non condivisibile in diverse parti.
Concordando sul fatto che foibe ed esodo siano temi di assoluta importanza, meritevoli di essere trattati con giusta attenzione e doveroso equilibrio storiografico, il Vicepresidente e i rappresentanti dell’Associazione hanno stabilito di promuovere nuove occasioni di incontro e riflessione pubblica sull’argomento, aperte in primo luogo al mondo della scuola, con la presenza dei rappresentanti dell’ANVGD. Il comitato scientifico valuterà con particolare attenzione, tra i testi da selezionare, anche quelli proposti dall’ANVGD con l’obiettivo di rafforzare e consolidare un fattivo rapporto di collaborazione con l’associazione.
Ulteriore impegno verrà dedicato a non limitare le iniziative al solo momento celebrativo, pur importante, del Giorno del Ricordo, anche a fronte del voto bipartisan in commissione cultura alla Camera dei Deputati che prevede solo testimonianze dirette da parte dei soli testimoni diretti della vicende delle foibe e dell’esodo per scongiurare gravi episodi di negazionismo che, ribaltando la verità storica, arrivino addirittura a colpevolizzare gli Italiani.
Comunicato stampa inviato oggi
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Roberto Placido, Vicepresidente di maggioranza del Consiglio regionale del Piemonte, delegato al Comitato per l’affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana, ha incontrato oggi i rappresentanti dell’ANVGD (Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia).
L’incontro ha avuto per oggetto le iniziative per la salvaguardia della memoria storica della tragica vicenda delle foibe e dell’esodo delle popolazioni istriane, giuliane e dalmate alla fine della Seconda guerra mondiale.
Il Vicepresidente ha anzitutto ribadito l’impegno del Comitato Resistenza e Costituzione, testimoniato dalle molteplici iniziative assunte negli ultimi anni sia in occasione del Giorno del Ricordo sia attraverso il progetto – concorso di storia contemporanea ed i viaggi studio per gli studenti piemontesi, nel promuovere con equilibrio e rigore lo studio, la conoscenza e la riflessione su questa pagina drammatica della storia italiana.
In merito alla scelta, operata dal Comitato, di inviare, in occasione del Giorno del Ricordo 2010, alle scuole superiori del Piemonte copia del volume “Foibe, una storia d’Italia” di Joze Pirjevec , il Vicepresidente ha concordato sul giudizio negativo espresso dall’Associazione, riconoscendo trattarsi di un testo problematico, e comunque non condivisibile in diverse parti.
Concordando sul fatto che foibe ed esodo siano temi di assoluta importanza, meritevoli di essere trattati con giusta attenzione e doveroso equilibrio storiografico, il Vicepresidente e i rappresentanti dell’Associazione hanno stabilito di promuovere nuove occasioni di incontro e riflessione pubblica sull’argomento, aperte in primo luogo al mondo della scuola, con la presenza dei rappresentanti dell’ANVGD. Il comitato scientifico valuterà con particolare attenzione, tra i testi da selezionare, anche quelli proposti dall’ANVGD con l’obiettivo di rafforzare e consolidare un fattivo rapporto di collaborazione con l’associazione.
Ulteriore impegno verrà dedicato a non limitare le iniziative al solo momento celebrativo, pur importante, del Giorno del Ricordo, anche a fronte del voto bipartisan in commissione cultura alla Camera dei Deputati che prevede solo testimonianze dirette da parte dei soli testimoni diretti della vicende delle foibe e dell’esodo per scongiurare gravi episodi di negazionismo che, ribaltando la verità storica, arrivino addirittura a colpevolizzare gli Italiani.
Di solito il prof. Pirjevec si occupa di «Foibe». Nel farlo ripete le solite cose. Le «Foibe» sono solo una reazione alla violenza fascista. Le «Foibe» si spiegano con il clima arroventato dell’immediato dopoguerra. La tragedia delle Foibe è in sostanza opera di invenzione politica. Si veda il suo ultimo volume per ulteriori dettagli.
Di solito invece il prof. Pirjevec si tiene lontano dal tema dell’«Istria ed esodo». Non è il solo del resto ad evitare di parlare di esodo e quindi della scomparsa di una delle culture, quella istroveneta e poi italiana, da un territorio da sempre plurale. Anche per gran parte della cultura slovena e croata questo è un tema scomodo, perché è difficile, oggi dopo il 1989, spiegare le ragioni morali di una così vasta opera di semplificazione culturale e nazionale.
Ma questa volta il prof. Pirjevec, sul «Primorski Dnevnik» di qualche giorno fa, affronta il tema dell’esodo e offre una spiegazione che è opportuno segnalare, anche se non è proprio nuovissima.
Il rapporto tra cultura italiana ed Istria, secondo il prof. Pirjevec, sarebbe stato, alla fin fine, di natura coloniale. Da molto tempo. Fin dal tempo di Venezia. E quindi gli istriani di lingua italiana – per lui – sono solo eredi dei coloni veneziani. La loro cacciata dall’Istria nel lungo dopoguerra sarebbe stata, perciò, una sorta di opera di «decolonizzazione». Gli Istriani dunque di lingua italiana non erano diversi dei coloni italiani in Libia o di quelli francesi in Algeria. Leggere per credere.
Ovviamente ognuno può scrivere quello che vuole. E il problema di quanto scrive il prof. Pirjevec non sta nel tentativo di stravolgere la storia. Basta una gita a Capodistria, a Pirano o a Parenzo o Rovigno per ridimensionarlo. È invece un problema serio il fatto che il prof. Pirjevec e chi la pensa come lui ancora nel 2010 (non nel 1945 non, nel 1968 non nel 1979, ma oggi) non avverta l’esigenza interiore di riconoscere la profondità delle ferite che tutti i nazionalismi che hanno imperversato da queste parti italiani, sloveni, croati e/o jugoslavi hanno inferto su un tessuto culturale plurale.
A me pare che pur con mille difficoltà e ritardi in Italia si sta facendo strada la consapevolezza delle responsabilità del fascismo nei confronti dei cittadini italiani di nazionalista slovena e croata. Si potrebbe e si deve fare molto di più. Ma l’imbarazzo che si prova di fronte a quello che ancora va fatto da parte italiana non diminuisce lo sconcerto che si prova quando si legge quello che oggi (lo ripeto, oggi) il prof. Pirjevec ritiene di scrivere sulla presenza italiana in Istria.
Per fortuna , viene da dire, che siamo in periferia. Infatti a Roma, a Lubiana e a Zagabria si sono sentite in questi giorni parole diverse da parte dei Presidenti Napolitano e Turk e del nuovo presidente croato Josipovic.
Ma perché mi chiedo Trieste deve essere ancora condannata ad essere una periferia. Sottoposta continuamente al ricatto di una pattuglia di irriducibili nazionalisti, italiani o sloveni poco importa. Un mese fa la destra nazionalista italiana pretendeva di premiare il concittadino Boris Pahor senza parlare di quello che il fascismo gli aveva fatto. Oggi il prof. Pirjevec si assume il rischio di cadere nel ridicolo parlando della cultura italiana in Istria come fosse diffusa solo in pochi e circoscritti «covi» veneziani. La posta per i nazionalisti di tutte le bandiere deve essere grande. Allontanare il momento in cui finalmente ci lascia alle spalle il novecento, non per dimenticare la memoria delle proprie ragioni, ma per considerare anche nuove ragioni, quelle che derivano dal fatto di essere cittadini europei. Un solo auspicio. Mandiamoli in pensione.
Stelio Spadaro su Il Piccolo del 27 febbraio 2010
Di solito il prof. Pirjevec si occupa di «Foibe». Nel farlo ripete le solite cose. Le «Foibe» sono solo una reazione alla violenza fascista. Le «Foibe» si spiegano con il clima arroventato dell’immediato dopoguerra. La tragedia delle Foibe è in sostanza opera di invenzione politica. Si veda il suo ultimo volume per ulteriori dettagli.
Di solito invece il prof. Pirjevec si tiene lontano dal tema dell’«Istria ed esodo». Non è il solo del resto ad evitare di parlare di esodo e quindi della scomparsa di una delle culture, quella istroveneta e poi italiana, da un territorio da sempre plurale. Anche per gran parte della cultura slovena e croata questo è un tema scomodo, perché è difficile, oggi dopo il 1989, spiegare le ragioni morali di una così vasta opera di semplificazione culturale e nazionale.
Ma questa volta il prof. Pirjevec, sul «Primorski Dnevnik» di qualche giorno fa, affronta il tema dell’esodo e offre una spiegazione che è opportuno segnalare, anche se non è proprio nuovissima.
Il rapporto tra cultura italiana ed Istria, secondo il prof. Pirjevec, sarebbe stato, alla fin fine, di natura coloniale. Da molto tempo. Fin dal tempo di Venezia. E quindi gli istriani di lingua italiana – per lui – sono solo eredi dei coloni veneziani. La loro cacciata dall’Istria nel lungo dopoguerra sarebbe stata, perciò, una sorta di opera di «decolonizzazione». Gli Istriani dunque di lingua italiana non erano diversi dei coloni italiani in Libia o di quelli francesi in Algeria. Leggere per credere.
Ovviamente ognuno può scrivere quello che vuole. E il problema di quanto scrive il prof. Pirjevec non sta nel tentativo di stravolgere la storia. Basta una gita a Capodistria, a Pirano o a Parenzo o Rovigno per ridimensionarlo. È invece un problema serio il fatto che il prof. Pirjevec e chi la pensa come lui ancora nel 2010 (non nel 1945 non, nel 1968 non nel 1979, ma oggi) non avverta l’esigenza interiore di riconoscere la profondità delle ferite che tutti i nazionalismi che hanno imperversato da queste parti italiani, sloveni, croati e/o jugoslavi hanno inferto su un tessuto culturale plurale.
A me pare che pur con mille difficoltà e ritardi in Italia si sta facendo strada la consapevolezza delle responsabilità del fascismo nei confronti dei cittadini italiani di nazionalista slovena e croata. Si potrebbe e si deve fare molto di più. Ma l’imbarazzo che si prova di fronte a quello che ancora va fatto da parte italiana non diminuisce lo sconcerto che si prova quando si legge quello che oggi (lo ripeto, oggi) il prof. Pirjevec ritiene di scrivere sulla presenza italiana in Istria.
Per fortuna , viene da dire, che siamo in periferia. Infatti a Roma, a Lubiana e a Zagabria si sono sentite in questi giorni parole diverse da parte dei Presidenti Napolitano e Turk e del nuovo presidente croato Josipovic.
Ma perché mi chiedo Trieste deve essere ancora condannata ad essere una periferia. Sottoposta continuamente al ricatto di una pattuglia di irriducibili nazionalisti, italiani o sloveni poco importa. Un mese fa la destra nazionalista italiana pretendeva di premiare il concittadino Boris Pahor senza parlare di quello che il fascismo gli aveva fatto. Oggi il prof. Pirjevec si assume il rischio di cadere nel ridicolo parlando della cultura italiana in Istria come fosse diffusa solo in pochi e circoscritti «covi» veneziani. La posta per i nazionalisti di tutte le bandiere deve essere grande. Allontanare il momento in cui finalmente ci lascia alle spalle il novecento, non per dimenticare la memoria delle proprie ragioni, ma per considerare anche nuove ragioni, quelle che derivano dal fatto di essere cittadini europei. Un solo auspicio. Mandiamoli in pensione.
Stelio Spadaro su Il Piccolo del 27 febbraio 2010
grazie stelio
grazie stelio
Un comunicato in una pagina interna al blog…. dopo oltre 60 anni meritano così poco che nemmeno hanno dignità di una scusa in prima pagina.
Un comunicato in una pagina interna al blog…. dopo oltre 60 anni meritano così poco che nemmeno hanno dignità di una scusa in prima pagina.