Il presidente Cota decida cosa vuole fare: se il presidente della Regione, o occuparsi come ha fatto in questo anno della Lega Nord e della politica nazionale. Se gli interessa fare questo e non governare il Piemonte, visto che probabilmente presto si tornerà a votare per il Parlamento, si decida, lasci l’incarico regionale e si candidi come parlamentare”.
Lo ha detto il consigliere regionale PD Roberto Placido oggi, nella conferenza stampa in cui ha presentato i dati della presenza di Roberto Cota in Consiglio regionale in questo primo anno di attività, e i numeri del suo impegno nazionale e da uomo di partito.
“Mai nessun presidente ha fatto così poco in Consiglio nel primo anno di attività – ha spiegato Placido – Cota ha partecipato a 16 sedute su 106, il 15%. Nella scorsa legislatura, il primo anno Mercedes Bresso era stata presente a 61 sedute su 86, il 71%. Ed Enzo Ghigo, nella legislatura precedente, aveva partecipato a 49 sedute su 94, il 52%.”
“Non è che l’assenza dal Consiglio regionale di Cota si è tradotta in un superlavoro in Giunta. Cota in piazza Castello c’é poco, le carte si accumulano in attesa della sua firma. Lui preferisce fare annunci che non si concretizzano, e girare ad inaugurare sedi della Lega e partecipare a iniziative di partito. Oppure andare a Roma per iniziative politiche e trasmissioni televisive nazionali. Secondo i dati dell’Osservatorio di Pavia e della Commissione di vigilanza RAI, in questo anno Cota ha partecipato ad almeno 59 talk show o Tg nazionali, intervenendo sempre non come presidente del Piemonte, ma come rappresentante nazionale della Lega Nord su tematiche che con la nostra Regione non hanno nulla a che fare”.
“Allora si decida: o fa il presidente della Regione, ma è chiaro che non gli interessa, vive la presidenza quasi fosse una prigione – ormai lo riconoscono anche i suoi alleati – oppure si dedichi alla politica nazionale e smetta di prendere in giro i cittadini del Piemonte”.
Roberto Placido ha presentato un manifesto con una foto di Roberto Cota e sopra il titolo di un film immaginario: “Unico indizio: assente”, con la regia di Umberto Bossi.
“Abbiamo voluto ironizzare su un tema che però è serio. Riguarda tutti i cittadini. Cota non può prenderci in giro in questo modo”.