Nel 1908 a New York, le operaie dell’industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni, finché l’8 marzo il proprietario Mr. Johnson, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire. Allo stabilimento venne appiccato il fuoco e le 129 operaie, tra le quali molte emigrate italiane, prigioniere all’interno morirono arse dalle fiamme.
L’8 marzo quindi assunse un’importanza mondiale, diventando il simbolo delle vessazioni che la donna ha dovuto subire nei secoli.
Il ricordo di quel dramma è diventato oggi occasione di svago, di festeggiamenti e di acquisto di mimose spampanate ad un prezzo esagerato.
Più che festeggiare c’è da ricordare le oltre 500 donne che in Italia ogni anno sono uccise o vittime di violenze.
Un 8 marzo di ricordo e diritti per le donne.