Oggi ho presentato la proposta di legge “Interventi a sostegno della realizzazione di servizi di accesso WI-FI gratuiti”. Sottoscritta da entrambi gli schieramenti politici, a dimostrazione dell’importanza del progetto, in un ottica di liberalizzazione dell’accesso al Wi-Fi, questa proposta di legge intende intervenire per rimuovere gli ostacoli che non permettono ai cittadini di utilizzare internet con connessione gratuita. La cittadinanza digitale è, infatti, ormai uno dei diritti fondamentali della persona, come già riconosciuto nelle dichiarazioni del Parlamento europeo e del Consiglio europeo: infatti, la rete non costituisce solo uno strumento di comunicazione, ma è anche una delle principali fonti di conoscenza. Pertanto una fruizione non paritetica comporta, nella collettività, una discriminazione sul piano sociale, culturale ed economico. E’ necessario superare il divario digitale tra le persone ed anche per questo mi sono fatto promotore di questa proposta di legge. Ne ha parlato anche Stefano Rodotà in un recente intervento, con la proposta di un art. 21 bis della Costituzione, per garantire il diritto universale all’accesso ad internet.
Per il raggiungimento di tale obiettivo la proposta prevede che Regione intervenga a diversi livelli: l’erogazione di contributi e voucher ai soggetti che offrono a terzi un servizio di accesso Wi-Fi, nonché l’installazione di access point pubblici ad accesso gratuito presso ogni sede della Regione. La Regione inoltre provvede a promuovere attività di informazioni e di sensibilizzazione, dirette a diffondere la conoscenza dei servizi di accesso Wi-Fi gratuiti e ad incentivarne l’utilizzo, al fine di evitare che i servizi di accesso WI-Fi gratuito presenti sul territorio regionale siano scarsamente utilizzati poiché, non essendo sufficientemente pubblicizzati, non se ne conosce l’esistenza; organizzare percorsi formativi e corsi di base, finalizzati al superamento del divario digitale, nonché ad educare all’uso consapevole della rete: un intervento formativo, rivolto a quelle fasce di persone che non conoscono l’utilizzo della rete e le sue potenzialità.
La proposta stabilisce infine che in Piemonte non trovano più applicazione le restrizioni imposte dal decreto “Pisanu”, parzialmente abrogato, ma che il governo nazionale si appresta a riproporre sotto diversa forma. L’intento è quello di vedere realizzata una riforma organica della materia, per via legislativa e non per via di decreti, spesso prorogati ogni anno e magari solo in alcune parti e che le competenze vengano trasferite completamente alle regioni, perché possa essere approvata quella normativa in materia non solo per i singoli cittadini, ma anche per le imprese e, soprattutto, per la pubblica amministrazione”.