Stamane, durante la seduta di Consiglio regionale, il presidente Cota si è presentato in aula ed ha fatto delle dichiarazioni in merito alle indagini della Magistratura sui rimborsi in Piemonte. Dichiarazioni veloci, praticamente un compitino. Come se nulla fosse. Sono intervenuto, perché le sue si sono rivelate affermazioni imbarazzanti. Mai come oggi sono convinto di come si renda necessario tornare alle urne. La maggioranza, straordinariamente, ha votato contro il dibattito richiesto dal gruppo regionale del Partito Democratico: mi domando se si recano in aula come se niente fosse, come se nulla stia accadendo, come se ad oggi non sia vero che 43 consiglieri regionali su 60 non abbiano ricevuto un avviso di garanzia per peculato o truffa o finanziamento illecito ai partiti. Lo spaccato di questa legislatura è indegno, incredibile, inammissibile, incomprensibile ed inaccettabile. Mi chiedo se il presidente Cota non senta un sussulto di dignità personale prima che politica, tale da indurlo a dimettersi. Ci troviamo di fronte ad una classe politica senza un minimo di consenso popolare e che sarà spazzata via nella vergogna e nell’ignominia. Auguro chiaramente al Presidente Cota di poter dimostrare la sua innocenza di fronte alla magistratura. Dovrà giustificare dov’era, come ha speso i soldi pubblici, cos’ha comprato, cosa ne ha fatto, a chi l’ha dato, cosa ha utilizzato e se, in generale, le sue spese siano lecite. Non sta certo a me il giudicare. A cosa sta pensando il presidente? Prega forse che il TAR si voti a chissà quale santo, perché si dimentichi di porre fine alla questione delle firme false della lista di Giovine? Facciamo le riforme ed entro un mese torniamo al voto. Ridiamo al Piemonte una classe dirigente adeguata al ruolo, che è chiamata a ricoprire. Ridiamo ai piemontesi ciò che è loro: un servizio sanitario pubblico degno di questo nome, un trasporto pubblico locale degno degli standard europei, una politica del lavoro, dell’industria e della ricerca innovative e produttive. MANDIAMO A CASA COTA! SE NON ORA, QUANDO?
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