In rappresentanza del Consiglio regionale del Piemonte e come mia ultima presenza istituzionale, nella mattinata di giovedì 5 giugno 2014 presenzierò allo scoprimento della lapide, in Via Millio 64 a Torino, in ricordo di Emanuele Iurilli, studente di 19 anni del VII ITIS ora Carlo Grassi, morto 25 anni fa mentre rientrava a casa, trovandosi tragicamente in mezzo ad uno scontro a fuoco tra la Polizia ed alcuni terroristi di Prima Linea. La lapide, fortemente voluta dall’Associazione Vittime del Terrorismo è prevista da una legge regionale, che ho presentato e che è stata votata all’unanimità dal Consiglio regionale.
“Un commando di terroristi di “Prima Linea” composto di 7 persone sequestra il titolare di un bar di Via Millio con i famigliari. E’ la bottiglieria posta nei pressi della casa della famiglia Iurilli. I terroristi, sintonizzati con la radio della polizia, attirano una volante dichiarando di aver preso un ladro d’auto. Quando l’auto arriva si innesca uno scontro a fuoco. L’appuntato Gaetano D’Angiullo viene ferito alla gambe e al ventre. Emanuele Iurilli sta rincasando da scuola e viene a trovarsi nella sparatoria, cerca di fuggire e, sperando di percorrere i pochi metri che lo separano da casa, si ripara dietro una Fiat 500 all’angolo tra Via Lurisia e Via Millio, ma è colpito da una pallottola. La madre dal balcone di casa, assiste sgomenta all’episodio. Raccolto agonizzante, è trasportato all’ospedale Molinette dove invano si tenta una disperata operazione per salvarlo” (fONTE: http://www.vittimeterrorismo.it/memorie/schede/iurilli.htm)
Ricordo molto bene i fatti. Ero bambino ed abitavo, come ora, in Via Lurisia all’angolo con Via Millio.
Ricordo i rumori, le urla, le sirene, le serrande dei negozi crivellate dai proiettili (ancora adesso si vedono),i fiori per terra, la mano di mio padre che cercava di tenermi fuori da quegli anni sospesi.
Ricordo la mia Maestra la Sig.ra Elvira Aimasso Jurilli, la madre di Emanuele. La sua grande dignità. Il suo dolore.
Sono rimasto legatissimo a Lei ed a suo marito anche dopo le elementari, sino a quando prima Lei e poi Lui ci hanno lasciato.
Grazie per quella lapide che consente a tutti noi di non dimenticare.
Luca Bertolaccini