Il 18 dicembre 1922 le squadre fasciste trucidarono barbaramente undici lavoratori torinesi. Nell’ambito delle iniziative per il 90°anniversario della Strage di Torino, l’ISMEL, Istituto per la memoria e la cultura del lavoro, dell’impresa e dei diritti sociali, in collaborazione con CGIL, CISL e UIL di Torino, organizza stamattina dalle ore 9.30 alle 13.00 presso il centro incontri della Regione Piemonte, un incontro rivolto alle scuole superiori e alla cittadinanza, al quale partecipo in rappresentanza del Consiglio Regionale del Piemonte.
L’eccidio, ricordato come la Strage di Torino, avvenne tra il 17 e il 18 dicembre 1922.
Novantanni fa le squadre fasciste misero in atto una rappresaglia nei confronti degli oppositori del regime, agendo, in particolare, nei quartieri operai, dove si concentravano i circoli socialisti ed i sindacati. Furono uccise undici persone, tra cui il consigliere comunale Carlo Berruti e il segretario della FIOM torinese Pietro Ferrero. Una trentina di altre persone furono ferite. La fine di Ferrero fu particolarmente terribile, poiché il dirigente sindacale fu ucciso venendo trascinato sino alla morte, lungo corso Vittorio Emanuele, da un autocarro al quale era stato legato per i piedi,
La strage avvenne poche settimane dopo la marcia su Roma, con una caccia all’uomo durata tre giorni, nei quali vennero uccisi e torturati antifascisti e lavoratori i cui nomi sono ricordati in una lapide nella piazza antistante la stazione di Porta Susa che porta il nome di quel tragico giorno.
Trovo necessario e giusto ricordare questi eventi. Credo, però, che sia di fondamentale importanza mantenere vivo l’interesse e lo studio nei confronti di quel fondamentale periodo della nostra storia con una politica culturale più decisa, continua nel tempo e propositiva. Col mio Laboratorio Teatrale Diremare, svolgiamo un’attività che ha fatto di temi quali la “Resistenza” e la “Shoah” fulcri portanti del nostro impegno. Se devo dire la verità, riscuotendo nessun interesse, specie da organizzazione che, invece, dovrebbero pensare e proporre nuove strategie culturali, invece di affidarsi alle solite ricorrenze, che oramai quasi nessuno più segue. La Memoria è fondamentale, ma va coltivata e nutrita sempre, non solo il 25 aprile o il 27 gennaio. Saluti resistenti!
Trovo necessario e giusto ricordare questi eventi. Credo, però, che sia di fondamentale importanza mantenere vivo l’interesse e lo studio nei confronti di quel fondamentale periodo della nostra storia con una politica culturale più decisa, continua nel tempo e propositiva. Col mio Laboratorio Teatrale Diremare, svolgiamo un’attività che ha fatto di temi quali la “Resistenza” e la “Shoah” fulcri portanti del nostro impegno. Se devo dire la verità, riscuotendo nessun interesse, specie da organizzazione che, invece, dovrebbero pensare e proporre nuove strategie culturali, invece di affidarsi alle solite ricorrenze, che oramai quasi nessuno più segue. La Memoria è fondamentale, ma va coltivata e nutrita sempre, non solo il 25 aprile o il 27 gennaio. Saluti resistenti!
Giusto ricordare questo tragico episodio. Segnalo che Primo Levi ne parlò in proposito della morte di uno dei responsabili
http://www.locchiodiromolo.it/blog/primo-levi-dal-fascismo-ad-auschwitz-ce-una-linea-diretta.html
Giusto ricordare questo tragico episodio. Segnalo che Primo Levi ne parlò in proposito della morte di uno dei responsabili
http://www.locchiodiromolo.it/blog/primo-levi-dal-fascismo-ad-auschwitz-ce-una-linea-diretta.html