Oggi il quotidiano La Stampa pubblica nelle pagine di cronaca un mio intervento sul tema della Resistenza e della Memoria.
Alcuni consiglieri regionali del centro destra hanno presentato una proposta di modifica della legge che regola il Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale.
Il Comitato, che ho l’onore di presiedere da due legislature, è un organismo consultivo del Consiglio che ha il compito di promuovere e tutelare i valori di libertà e democrazia nati dalla Resistenza, attraverso iniziative rivolte soprattutto alle giovani generazioni.
Dal 1976, anno in cui è stato istituito, il Comitato ha portato più di 10.000 studenti delle superiori in viaggi studio nei lager nazisti, in Bosnia, alle Foibe, nei luoghi dello sbarco in Normandia, al Tribunale de L’Aja contro i crimini di guerra nella ex Jugoslavia.
Inoltre ha organizzato iniziative pubbliche, spettacoli, rappresentazioni teatrali, convegni, presentazioni di libri che hanno coinvolto decine di migliaia di cittadini.
La proposta di legge presentata tenta di riscrivere la storia italiana perchè vuole di fatto equiparare chi ha combattuto per la libertà e chi ha difeso il regime fascista e nazista. Inoltre si propone di cancellare completamente la parola “Resistenza” da tutta la legge.
Ho chiesto pertanto il ritiro della proposta e fin da ora lavorerò a iniziative pubbliche per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla gravità di quanto sta succedendo.
Vale la pena,richiamare le parole di Giorgio Bocca, che ha affermato l’inutilità di tante parole inconsistenti, in contrasto con gli obiettivi di grande respiro che la guerra di Resistenza ebbe: “Anch’io nei miei libri sulla Resistenza ho ceduto alla tentazione di sistemare quella avventura umana, spesso caotica e casuale, con le definizioni, i recinti della politica: in che misura essa fosse comunista, in quale azionista o cattolica o monarchica. Perché la storia si è sempre fatta così, su coloro che la guidano, sui loro documenti, sui loro interessi, sulle loro propagande. Interessante oggetto di studio, di opinioni diverse, di polemiche più o meno dotte ma sostanzialmente marginali, sostanzialmente appese a quel grande respiro di libertà e responsabilità che la Resistenza fu per i partigiani”.
Vale la pena,richiamare le parole di Giorgio Bocca, che ha affermato l’inutilità di tante parole inconsistenti, in contrasto con gli obiettivi di grande respiro che la guerra di Resistenza ebbe: “Anch’io nei miei libri sulla Resistenza ho ceduto alla tentazione di sistemare quella avventura umana, spesso caotica e casuale, con le definizioni, i recinti della politica: in che misura essa fosse comunista, in quale azionista o cattolica o monarchica. Perché la storia si è sempre fatta così, su coloro che la guidano, sui loro documenti, sui loro interessi, sulle loro propagande. Interessante oggetto di studio, di opinioni diverse, di polemiche più o meno dotte ma sostanzialmente marginali, sostanzialmente appese a quel grande respiro di libertà e responsabilità che la Resistenza fu per i partigiani”.