Oggi Franceschini ha presentato le candidature definitive per il Parlamento. Ho trascorso gli ultimi giorni costantemente impegnato nella definizione di una proposta piemontese che coniugasse le esigenze di rappresentanza territoriale e le “segnalazioni” romane frutto di questa legge scellerata.
Alla fine credo che si sia fatto un buon lavoro e si possa essere abbastanza soddisfatti di quanto ottenuto. Soprattutto il segretario Morgando ha dimostrato, se ancora ce ne fosse bisogno, di essere un dirigente di partito di tutto rispetto.
Consiglio di guardare la sesta punta di “Tolleranza Zoro”. Vengono dette in maniera molto ironica alcune cose che condivido in pieno.
Durante un convegno, trasmesso da Rai GR Parlamento, Gianfranco Fini, soggetto che non mi è mai piaciuto non solo politicamente, ha pronunciato una frase che mi ha, tuttavia, trovato concorde:
“Ci sono dei personaggi che non sanno né parlare, né stare zitti, che quando si aprono le urne sembrano degli statisti”.
Riporto ciò per esprimere la mia perplessità su primarie e “primariette”.
Credo invece che le segreterie di partito, SOPRATTUTTO QUELLE NOSTRE, non siano delle “associazione a delinquere”, ma degli organi democraticamente eletti in seguito a dibattuti e partecipati congressi.
Mi piacerebbe vedere liste formate per “titoli ed esami”, sulla base delle capacità, della competenza, … ma anche … dell’esperienza.
In questi giorni ho sentito parlare di primarie per ogni elezione di ogni livello e addirittura obbligatorie per legge.
Il mio pensiero è che noi italiani siamo spesso portati a pensare che esista “La Soluzione” di tutti i nostri problemi politici e quindi economici.
Di volta in volta si passa dall’euforia per la novità (le primarie, il maggioritario, il candidato premier, il partito unico, il ritorno al proporzionale, l’uomo della provvidenza, ecc., ecc.) alla delusione e alla frustrazione per l’immutabilità di cose che spesso non dipendono dalle scelte politiche locali.
…
“a proposito … non è che c’è qualcuno che me può passà er numero de Waltere?”.
http://mariolanfranco.ilcannocchiale.it
Durante un convegno, trasmesso da Rai GR Parlamento, Gianfranco Fini, soggetto che non mi è mai piaciuto non solo politicamente, ha pronunciato una frase che mi ha, tuttavia, trovato concorde:
“Ci sono dei personaggi che non sanno né parlare, né stare zitti, che quando si aprono le urne sembrano degli statisti”.
Riporto ciò per esprimere la mia perplessità su primarie e “primariette”.
Credo invece che le segreterie di partito, SOPRATTUTTO QUELLE NOSTRE, non siano delle “associazione a delinquere”, ma degli organi democraticamente eletti in seguito a dibattuti e partecipati congressi.
Mi piacerebbe vedere liste formate per “titoli ed esami”, sulla base delle capacità, della competenza, … ma anche … dell’esperienza.
In questi giorni ho sentito parlare di primarie per ogni elezione di ogni livello e addirittura obbligatorie per legge.
Il mio pensiero è che noi italiani siamo spesso portati a pensare che esista “La Soluzione” di tutti i nostri problemi politici e quindi economici.
Di volta in volta si passa dall’euforia per la novità (le primarie, il maggioritario, il candidato premier, il partito unico, il ritorno al proporzionale, l’uomo della provvidenza, ecc., ecc.) alla delusione e alla frustrazione per l’immutabilità di cose che spesso non dipendono dalle scelte politiche locali.
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